Parco Murgia Film 2010 programma e sinossi
Le proiezioni si tengono a Jazzo Gattini sede del centro visite del Parco della Murgia Materana (Contrada Murgia Timone, Matera).
Dove siamo e come arrivare
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Ingresso e degustazione € 7,00
Inizio degustazione ore 21:00. Inizio Proiezioni ore 22:00.
Le proiezioni si terranno all’aperto nell’anfiteatro naturale di Jazzo Gattini.
Si consiglia un abbigliamento adatto al fresco serale della murgia.
Martedi 22 giugno SOUL KITCHEN
Titolo originale: Soul Kitchen
Nazione: Germania
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 99′
Regia: Fatih Akin
Zinos (Adam Bousdoukos) è il proprietario di origine greca di un ristorante di Amburgo che sta attraversando un periodo di notevoli difficoltà: la sua fidanzata Nadine si è trasferita a Shanghai e ai suoi clienti il nuovo chef che ha assunto non va affatto a genio, tanto che hanno deciso in massa di boicottare il locale. Per Zinos si tratterà così di intraprendere una lotta su due fronti: riconquistare la fiducia della clientela e il cuore di Nadine. Due compiti che però non lo spingono decisamente nelle stessa direzione, mettendolo di fronte a scelte complicate.
Fatih Akin, regista impeccabile, si era dato a esercizi di stile che gli assicuravano i gran premi della giuria senza però saziarlo della sua passione. E così ha deciso di provarsi in una commedia anche triviale, il cui menu prevede finezze estetiche e risate grasse (ovviamente), cura dei dettagli e battutacce, tripli sensi e sciabolate politicamente ed etnicamente scorrette. Da leccarsi i baffi.
Lunedi 28 giugno GIU’ AL NORD
Titolo originale: Bienvenue chez les Ch’tis
Nazione: Francese
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 106′
Regia: Dany Boon
Pregiudizi sociali e razzismo “all’incontrario” nella commedia francesissima di Dany Boon, attore e ora regista. Grande successo di pubblico in Francia.
Pur conducendo una piacevole esistenza in Salon de Provence, una graziosa cittadina nel sud della Francia, Julie deve fare i conti con una strisciante e costante depressione. Per farle piacere, il marito Philippe, dirigente di un ufficio postale, si dà da fare in tutti i modi pur di ottenere un trasferimento in una cittadina più vivace sulla costa, ma viene scoperto da un ispettore e immediatamente trasferito nella remota e sconosciuta cittadina di Bergues, nel “profondo” nord della Francia. Costretto a lasciare la famiglia, Philippe parte con lo spirito di un condannato a morte e con l’idea che la sua destinazione sia un luogo terribilmente freddo, abitato da campagnoli disoccupati e ubriachi, che parlano un incomprensibile dialetto, lo “Ch’ti” del titolo originale, ma una volta arrivato realizzerà che le sue idee erano puri pregiudizi da “uomo del Sud” e che Bergues non è per nulla sinonimo di inferno.
Giù al Nord, con i suoi ventuno milioni di spettatori, è il più grande successo del cinema francese. Si ride: all’inizio molto, poi la commedia rientra nei ranghi e propone la solita ridda di sentimentalismo popolano, fatto di ospitalità e solidarietà degli umili, in contrapposizione all’aridità degli “urbani”. La cosa più divertente, però, è che entrambi i protagonisti, lo ch’tis (interpretato dal regista, Dany Boon) e il purista francese, sono in realtà di origine araba!
Martedi 6 luglio FEBBRE A 90°
Titolo originale: Fever Pitch
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 1997
Genere: Commedia
Durata: 102′
Regia: David Evans
Paul (Firth), tranquillo professore di lettere in una scuola, è diviso tra la passione per l’Arsenal e quella per la fredda Sarah (Gemmell). La sua passione per la squadra londinese (che proprio in quell’anno vive una fine campionato da cardiopalma) finisce per appannare i suoi rapporti con le donne, Sarah compresa.
Nick Hornby, autore anche di “Alta infedeltà”, è uno scrittore notevole, concitato, con un humour amaro, bravissimo nel raccontare i disagi e i disastri affettivi dei nostri giorni. Purtroppo, poca della sua tensione, frustrazione e ironia raggiunge lo schermo in “Febbre a 90º”, che pare un “compitino” nella linea del rinato realismo britannico, corretto ma televisivo. Colin Firth, con la sua aria da bietolone, funziona. Ma la commedia divora l’ossessione.
Martedi 13 luglio NOVE REGINE
Titolo originale: Nueve Reinas
Nazione: Argentina
Anno: 2000
Genere: Drammatico
Durata: 115′
Regia: Fabian Bielinsky
Due truffatori e il grande colpo.
Juan e Marcos sono due piccoli truffatori che lavorano in società e vengono assoldati per realizzare un colpo da mezzo milione di dollari: il loro compito consiste nel vendere una serie contraffatta di rari francobolli di grande valore, “Le nove regine”. Le losche negoziazioni coinvolgono la bella sorella di Marcos, il loro fratello più giovane e un nugolo di ladri, imbroglioni e scippatori.
La sceneggiatura (ha qualche trascurabile errore) è costruita come scatole cinesi all’interno delle quali gli spettatori e alcuni personaggi non sono a conoscenza di tutto e ignorano quello che altri potrebbero preparare per sorprendere i primi e ingannare i secondi. Copione, messa in scena e interpretazione hanno una perspicace energia e il racconto sfrutta ogni risorsa, ogni ribaltamento. La trama è tesa e imprevedibile. Le menzogne e i giochi sono quelli di un Mamet latinoamericano.
Martedi 20 luglio L’ESTATE DI KIKUJIRO
Titolo originale: Kikujiro no natsu
Nazione: Giappone
Anno: 1999
Genere: Commedia
Durata: 2h e 01′
È estate e Masao si sta annoiando. Il bambino abita a Tokyo con sua nonna che lavora tutto il giorno. I suoi amici sono partiti per le vacanze e il campo da pallone dove gioca con i suoi amici è deserto. Grazie ad un’amica di sua nonna, Masao incontra Kikujiro, un cinquantenne duro con il quale va alla ricerca della madre che non conosce e che vive vicino al mare. Kikujiro ha qualche difetto e sicuramente non è la persona adatta per accompagnare Masao nel viaggio, ma non può dirgli di no.
Con un occhio a “Il monello” di Chaplin, rivisto attraverso la tradizione moderna di road movie con bambini, Kitano coniuga il suo straordinario senso cromatico con il suo gusto per la comicità demenziale e con quella malinconia della violenza e della perdita dell’anima giapponese che sempre serpeggia nei suoi film. La favola, che in fondo non è buona, ma rattristata dall’immagine di una madre che si è rifatta una vita “regolare”, concilia, almeno, sulla possibilità di solidarietà tra personaggi che, all’apparenza, non dovrebbero aver niente a che spartire. Formalmente accecante, è capace di meraviglie visive con le suggestioni e i lampi generati dall’inconscio infantile e da quello, bizzarro, di un adulto che vive oltre la soglia dell’eccentricità.
Martedi 27 luglio 500 GIORNI INSIEME
Titolo originale: (500) Days of Summer
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 96′
Regia: Marc Webb
Tom realizza biglietti da visita e un giorno, nel suo ufficio, conosce Summer. Lui si innamora immediatamente, lei non crede al vero amore ma accetta di uscire: si frequentano per cinquecento giorni, finché Summer non chiude il rapporto. Tom comincia a rievocare tutta una serie di episodi vissuti con lei, per cercare di capire le ragioni che hanno fatto naufragare tutto.
Narrativamente frammentato e con accenni di musical nouvellevagueista in stile Demoiselles de Rochefort, 500 giorni insieme potrebbe diventare Il tempo delle mele indie rock. Grazioso, dopo un’ora gira un tantino a vuoto, prima di riprendere quota nel finale.
Martedi 3 agosto REINAS, IL MATRIMONIO CHE MANCAVA
Titolo originale: Reinas
Nazione: Spagna
Anno: 2005
Genere: Commedia
Durata: 107′
Regia: Manuel Gómez Pereira
Cinque mamme e uno sposalizio particolare.
Magda, Ofelia, Helena, Nuria e Reyes sono cinque madri, temprate dal ritmo della vita moderna, che, alla vigilia del matrimonio dei loro figli, si trovano di fronte a una sorpresa. Tutte e cinque devono venire a patti con se stesse per arrivare alla cerimonia congiunta che i loro rampolli si accingono a celebrare…
Si tratta di una commediola gradevole, ispirata più che ad Almodóvar ai suoi spunti abituali (il mélo e la commedia sofisticata americana), impreziosita da un cast femminile che da solo basta e avanza per vivificare qualunque sceneggiatura. Gli stereotipi però non mancano (un padre sbirro, l’altro operaio comunista: uniti dalla conclamata virilità).
Martedi 10 agosto L’ANIMA GEMELLA
Titolo originale: L’anima gemella
Nazione: Italia
Anno: 2002
Genere: Commedia
Durata: 96′
Regia: Sergio Rubini
Un ragazzo viene conteso da due sue spasimanti.
In un paesino del sud Italia, Tonino e Maddalena si amano di un amore puro e incondizionato. La bellezza di Maddalena suscita però l’invidia di Teresa, sua cugina, figlia di un uomo potente arricchitosi con il commercio del pesce. La ragazza cerca con ogni mezzo di sottrarre Tonino a Maddalena, ricorrendo addirittura alle malie di una vecchia fattucchiera di paese. Proprio il figlio di quest’ultima, un barbiere truffaldino, riuscirà a sbrogliare, suo malgrado, la fitta rete di intrighi ordita da Teresa.
Il cinema di Sergio Rubini riflette un singolare sentimento sudista. Verso le radici e verso i paesaggi, verso il dialetto e verso la luce, verso le alterazioni della coscienza e la fantasia. Questo sentimento cinematografico è complesso e mai folkloristico e intorno a questo nodo culturale Rubini, con i suoi film da regista, ha un movimento altalenante. Si avvicina e si allontana, parte e torna come accade a chi ha debuttato con una pellicola che è un programma di partenze e ritorni: _La stazione_. Il cinema pugliese – come il napoletano, il milanese, il toscano o il romano – non esiste. Slang e ambienti non plasmano un orientamento narrativo. Con questa settima regia Rubini (si ritaglia il ruolo di un barbiere pasticcione e irresistibile) si diverte a mettere in scena una commedia ebbra e magica, pervasa di erotismo e scandita da riti di stregoneria domestica. Una gradevole proposta grottesca, rara nel nostro cinema. La sceneggiatura ha qualche problema e le due attrici, innamorate dello stesso uomo e vittime di metamorfosi, sono brave e sostengono la girandola dei personaggi.